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Antologia 

Jean Khalife English Anthology
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Jean Khalife Self-portrait

Le tele di Khalifé sono piene di colori forti punteggiati da vortici di stocatto, scatti e macchie del suo pennello

[…]Le tele di Khalifé sono piene di colori forti punteggiati da vortici di stocatto, scatti e macchie del suo pennello. Turchesi vividi, rossi solidi e blu elettrici combattono per attirare l'attenzione, e occasionalmente si muovono a spirale come alghe sospese in una corrente sottomarina.

[…]La mostra probabilmente non sarà facile da apprezzare per il pubblico in generale, ma sento che Khalifé non ha scorciatoie cercando di ammorbidire ciò che ha da dire, e lo ha fatto direttamente e con forza.

  Per questo merita attenta considerazione.Cathy Latta (Daily Star, 1970)

[…]Jean Khalifé sente che la sostanza stessa della pittura è la vita ribollente che emana da ogni tocco posto sulla tela, come la corda del violino che vibra sotto l'archetto del musicista.

[…]Se deve essere conservato sotto un'etichetta, sarà sotto quella di non figurativo. Indubbiamente Khalifé ha mantenuto la vocazione di tutti gli orientali per una sorta di illuminazione mistica.Georges CYR (Enciclopedia dell'arte contemporanea internazionale, 1958)

[…]Pochi artisti, a mio avviso, mostrano tanta indipendenza e autonomia quanto Khalifé. Salah STETIE (L'Oriente, 1959)

[…] La pittura di Khalifé è come una stretta di mano: rassicura e allo stesso tempo delizia.André BERCOFF (L'Orient Littéraire, 1961)

[…]La pittura di Khalifé ci offre immagini magiche attraverso una tecnica preziosa in cui riscopriamo antiche tradizioni artigianali ma, allo stesso tempo, rivela una notevole conoscenza dei sistemi di valori formali dell'Occidente.

[…]L'arte di Khalifé rimane radicata in un gusto formatosi nel corso dei secoli, un gusto del lusso e del sole, che si è diffuso nel Mediterraneo.José-Augusto FRANÇA (Oggi, arte e architettura, Parigi, 1963)

[…] La prima mostra parigina del pittore libanese Jean Khalifé colpisce per la sua fedeltà - al di là del pittoresco - alla sua vocazione orientale. Troviamo attraverso la sua astrazione lirica la magia dei colori, l'essenza stessa di una poesia fatta di violenza e delicatezza, raffinatezza e crudeltà che esercita un certo fascino sul visitatore.Claude NUNEZ (ARTS- Parigi 1963)

[…] Khalifé è volutamente austero. La sua pittura non usa le astuzie del contrasto; al contrario, cerca un'armonia opaca con valori riconciliati. Alla fine, questo dipinto riesce ad essere un dipinto intriso di una bella libertà. François PLUCHART (Combattimento, Parigi, 1963)

 

[…]la mostra all'Ashmolean Museum di Oxford è la sua prima mostra in questo paese. Ne è felicissimo, metà del lavoro sono dipinti che ha realizzato dal suo arrivo a Londra.

[…] Il colore è la priorità nei suoi quadri. Lastre solide ed espressive che costruiscono la tela fittamente ricoperta. Il pittore che ammira molto è Bonnard – “perché il soggetto per Bonnard – che fossero nudi, edifici o campagne – era spiegato in termini di colori. Con il colore puoi esprimere molta più tragedia o felicità, la vera profondità dell'emozione.AH (Oxford Mail. 1971)

 

[…]Il disegno astratto dei suoi nudi non convince senza la forza che questo artista ha dimostrato di avere. Le sue donne sono pallidamente romantiche e suggeriscono una triste nostalgia per qualcosa che non è più reale per Khalifé, ma a cui insiste per aggrapparsi.Helen KHAL (Il lunedì mattina, 1973)

 

[…]Non mi ci è voluto molto per scoprire che aveva padroneggiato il suo mestiere al punto da liberarlo dalle difficoltà tecniche e consentire quel tipo di fluidità che caratterizza le sue opere. La sua libertà di espressione è rimasta impeccabile durante tutta la sua carriera. Al di là di questa maestria, c'era qualcosa di "cosmico" nelle sue continue battaglie con l'arte che mi ha sempre sconcertato e mi ha attirato, come per un lungo viaggio.

[…]Le sue successive pennellate di colore creavano una continua frammentazione di pigmenti da cui le forme si fondevano come per legge della materia. Questi colori sono sempre stati vividi, saturi e “antichi” come la terra e la storia di questa parte del mondo. Sembrano distillati dalla forza del sole e, nello stesso tempo, sembrano essere autonomi, indipendenti dalle loro stesse figure rappresentate.

[…]In generale, la Natura non è assente nella sua opera maggiore, ma deviata; i riflessi verdi del mare, la luminosità d'acciaio della spuma che incorona le onde, i suoi turbinii e le sue linee affaccendate, realizzano una trasfigurazione della materia. Il pittore qui non è un filosofo ma un medium. L'artista, qui, volta le spalle a ciò che chiamiamo “civilizzato” per sfidare qualche principio fondamentale, qualche verità fondamentale, e comunicarlo.Etel ADNAN (Conferenza alla LAU, 2005)

 

 […] Il metodo in un'opera dipinta da Khalifé rivela una presenza fuori dal comune: una presenza di forza, energia e una virile razionalità del disegno. Un altro fattore viene alla luce: la qualità del colore aggraziato ed energico che esplode in fiori e bouquet e le grandi superfici contrastanti di luce solare, ombra e mare.
[…] Disegno e colore, però, restano asserviti a una verità interiore, verità che si trova nelle fronti luminose di fanciulle che un contrasto di luci e ombre fa "esitare". Tristezza, speranza, dialogo, scambio, tanti gesti dell'anima e del corpo che esprimono amore e attesa. Altrove è il regno del silenzio e dell'angoscia che si intravede... La sua pittura è ugualmente ispirata da quei profondi moti dell'anima che danno al corpo umano una tale ricchezza di espressione emotiva. Ed è essenzialmente un messaggio umano, una testimonianza di tenerezza umana.Hani Abi Saleh (Articolo Onefineart.com)

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Jean Khalife English Anthology
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Jean Khalifé ha detto che la sostanza même de la peinture c'est la vie frémissante qui émane de chaque touche posée sur la toile

[…]Jean Khalifé ha detto che la sostanza même de la peinture c'est la vie frémissante qui émane de chaque touche posée sur la toile, simblable à la corde du violon vibrant sous l'archet du musicien.

[…] S'il faut le ranger sous une étiquette, ce sera sous celle de non-figuratif. Sans doute Khalifé a gardé la vocation de tout orientali pour une sorte d'illumination mystique.Georges CYR (Encyclopédie de l'Art International Contemporain,1958)

 

[…]Peu d'artistes, à mon sens, font preuve d'autant d'indépendance et d'autonomie que Khalifé.Salah STETIE (L'Orient,1959)

 

[…]Ce peintre a un compte à régler avec les formes. Il peint durement. Essayant moins d'apprivoiser la réalité que lui faire subir, avec une sorte d'exaspération à froid, son joug dominateur.Salah STETIE (L'Orient, 1961)

 

[…]La peinture de Khalifé è come un poignée de main: elle rassure en même temps qu'elle ravit.André BERCOFF (L'Orient Littéraire, 1961)

 

[…]Victorieuse dans l'oubli, la peinture de Khalifé reste ce monolithe, cette masse imposante de solitude qui arrête la parole du bavard, le geste des gesticulants, les douces futilités du superficiel et léger consommateur des choses belles.Hani ABI SALEH (La Revue du Liban, 1961)

 

[…]La peinture de Khalifé nous offre des immagini féeriques à travers una tecnica précieuse où l'on découvre de vielles tradizioni craftsales mais, en même temps, elle révèle une connaissance remarquable des systèmes de valeurs formelles de l'Occident.

[…] L'art de Khalifé demeure enraciné dans un goût formé au long des siècles, goût de luxe et de soleil, qui a gagné la méditerranée.José-Augusto FRANÇA (Aujourd'hui, Art et Architecture, Parigi, 1963)

 

[…]La première exposition parisienne du peintre libanais Jean Khalifé frappe par sa fidélité – au-delà du pittoresque – à sa vocation orientale. On retrouve à travers son abstraction lyrique la magie des couleurs, l'essence même d'une poésie faite de violente et de délicatesse, de raffinement et de cruauté qui eserce sur le visiteur un charme certain.Claude NUNEZ (ARTS- Parigi 1963)

 

[…]Khalifé est volontier austère. Sa peinture n'use pas des ruses du contraste; elle cherche, au contraire, une harmonie sourde aux valeurs conciliées. Cette peinture parvient, en fin de compte, à être une peinture empreinte d'une belle liberté.François PLUCHART (Combattimento, Parigi, 1963)

 

[…]Può darsi che i poeti vogliano dire ai pittori che Jean Khalifé l'aient enfin Exécuté. Il ya dans l'œuvre que nous voyons, quelque chose d'un absolu explicite et en même temps demeuré secret.

  Entendons-nous: ces choses visuelles ne sont ni abstraites ni concrètes, pas plus qu'un atome n'est ni l'un ni l'autre. Dans ses œuvres qui se voient aussi bien qu'elles se lisent, le peintre a saisi la parenté de l'infiniment grand et de l'infiniment petit.Etel ADNAN (Esposizione Hotel Saint-Georges, 1964)

 

[…]Il est van de parler ici d'astraction ou de figuration, de forme et/ou de contenu, car toute la valeur esthétique des toiles se trouve concentrée dans leur facture: voilà un peintre pour qui la peinture est avant tout acte de peindre, et qui s'y livre corps et âme.

Joseph TARRAB (As-Safa, 1973)

 

[…]Son exposition à Damas nous a fourni l'occasion de le revoir à sa juste place, qui est celle d'un peintre majeur…

  Sa couleur est violente comme la terre et l'histoire de cette partie du monde. Elle est purifiée par le soleil qui chasse les ombres. Purifiée, c'est à dire distillée, sans compromis.Etel ADNAN (L'Orient-Le Jour, 1977)

 

[…]L'artista morta. Son œuvre begin à vivre. De son vivant, c'est lui qu'elle reflète. La mort la désocculte: désormais, c'est nous qu'elle réfléchira à travers l'énigme de son essentielle ouverture. Par effet de miroir, en la regardant, nous nous verrons nous-même.

[…] L'un des premiers au Liban, Jean Khalifé avait compris l'intrinsèque hypocrisie, l'imposture de toute peinture dite figurative. Il avait vu que, pour le peintre, l'important dans une “maternité”, par exemple, ce n'est ni la mère, ni l'enfant, ni leur rapport, mais bien la polyphonie des couleurs et des formes ou plutôt des couleurs-formes; et que si la toile a un sens, c'est là qu'il l'est, à la fois exhibé et occulté par le “sujet”.Joseph TARRAB (L'Orient-Le Jour, 1978)

 

[…]La courbe de la carrière de Jean Khalifé est simple: après avoir brillement pratiqué la figuration jusqu'en 1962-63, il la renie, fait une superbe mais difficile traversée du désert de l'abstraction, et revient à la figuration dès 1971-72 in una serie di immensi tableaux à l'huile de pleine maturité où son talent explose en un feu d'artifice de formes et de couleurs.

[…] Le nu n'est plus ici l'image d'une joie de vivre, d'une santé esplosiva, d'une volupté charnelle ou d'un accord serein avec le monde et la vie, il est le prétexte d'une expression libre , directe, vigoureuse, qui combat, contrarie et déjoue toute facilité, toute tentative d'harmonie, toute tentative de séduction.Joseph TARRAB (Esposizione Le Nu chez Jean Khalifé, 1987)

مُقْتَطَفات 

Jean Khalife English Anthology
Jean Khalife French Anthology

يشعر جان خليفة بأن جوهر الرسم هو الحياة التي تنبثق من كل لمسة توضع على اللوحة

[...]ثلاث وأرببocco زيتيّة تروي لنا ، بأ 200 متفاوتة التكامل ، أ أ نقطة وصل بلغها خليفة في حثي بحثه الق القل الل fi ص صranza اها خليفة tiva ولوحة خليفة من عقل يرفض السهولة مع ذاته. يرفض التنازلات. يرفض الاكتفاء بحدوده, مهما كانت طبيعة هذه الحدود. ولذا هي ديناميّة تطرح نفسها باستمرار كمشكلة. لأن وراءها انساناً يعتبر الوجود مشكلة. "بتعرف, الصدق هو الانطلاق من الذات". وذلك يفسّر, ضمن إطار كتابة اللوحة, أن هذه الأخيرة هي الصدى العفوي لحالات الرسام نفسام نفسه.نزيه خاطر ( جريدة النهار , 1970)

 

[...]تبدو لوحته ، معركة ، غزواً فجائيّاً ، اغتصاباً ، حين nesابع المأمل حركة اليد التي كμdra هذ الص الالاdoro فهي حركة سريعة محمومة متلعثمة مضغوطة ومتفجّرة، راكضة دون هدف، أو دون تصميم للوصول إلى هدف، بل هي حركة لم تعد تستطيع احتمال عتمة القلب وسجن الجسد.

لوحته غزو, لكنها غزو محرر, يحرّر الفنان أولاً. وتحرّر المشاهد كذلك. وهذا هو سرّها الجميل. لأنها صادقة وعاطفية وبريئة.سمير الصايغ (الأنوار, 1973)

 

[...]تلك العارية المتّشحة بالورph ، المشطّبة بالمطist ، ا الساكنة رحمها وح′ أ ttro م م أة ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف ف tiva وشبه الدائمة في أعماله, تحوك المكان بوجودها المتألق وتفرط الثواني بصمتها الغامض.

[...] عارياfra cerca في عناصر التربة ، كالأشجار والأزهار تبرعosci وتنهض وتعالى لرّد الأش الأش من من من مناgro superficieمي منسى (النهار, 1987)

 

[...]كان عنيداً في آرائه الجمالية, يصرّ على عدم التوقّف على نتائج محدودة في معطيات العمل الفني. La ricerca è stata effettuata in base alle tue esigenze e alla tua attività. ريشته, جريئة تتبع دائماً تداعيات الإشارات اللونيّة, ولها علاقة وثيقة بفتنة الايقاع والتوازن.فيصل سلطان (السفير, 1978)

 

[...]مبدع جان خليفة. يدٌ معتدية تتجرّأ دائماً على الأشكال. حتى على الأشكال التي تكون أفرزتها. وعين لا تهدأ, فضولية, كشافة, ترى أبعد من اللون وأسرع من الخط.

[...]إذا أحببنا معرفته جيداً, قلنا إنه شهواني. يده في عينه. أصابعه قلبه. لمسه عاطفته.

حكاية شهوة, جان خليفة. شهوة تخترع ما تشتهيه, تكبّره, ترفعه, تحوّله إلى موضوع آخر. إلى قطعة فنيّة. إلى لوحة أو منحوتة. فجاءت كل قطعة من أعماله وشوشة حبّ ورغبة. حتى الاغتصاب.

[...]مغامرة ثقافية, جان خليفة. بنى مغامرته حول اللوحة وفي اللوحة وأحياناً ضدّ اللوحة. وبنى يومه من لوحات تختصر تجاربه. فباتت حياته لوحة غير ذات بداية أو نهاية. حكايات تختصرها حكايته. تجارب مستمرّة في ضمير قلق، متشرّد، متناقض، أبيض وأسود، مفترس ومعطاء غريب وعنيف متفجّر حتى الابداع ومغامر حتى الذوبان، بضمير أخضر أزرق أبيض كالربيع الآتي من المستقبل.نزيه خاطر (النهار, 1978)

 

[...]ويتضح أن خليفة يرسم ويلوّن ويخلق الشكل، بالقوة نفسها التي بها يهجم من ملونه على القماشة البيضاء، يفرغ عليها ألوانه بنهم، بلذة، بشهوانية، فيكون الخلق عنده لا تواصلاً بل وصالا.

ومن بلغ الإبداع عنده لحظة الوصال في الخلق, يكون بلغ في الإبداع لحظة الخصب الحقيقية. والفنان الفنان, من يتمكن من اخصاب اللحظة ويتركها تتناسل في الزمان.

وهكذا جان خليفة.هنري زغيب (النهار العربي والدولي, 1983)

 

[...]مع أعماله الأولى, قال لنا جان خليفة إن اللوحة لم تعد وصفاً, ولا موضوعاً, بل

تعبير ومضمون. ومع تراكم أعماله أضاف أن اللوحة هي أكثر من مجرّد تعبير وأكثر من مضمون. إنها موقف وشهادة.

  Pubblicato nel 1964: "Quello che è successo a tutti è stato fatto". ويضيف: "لا أرى حدوداً تفصل بين الجزء وبين الكل، وأعتقد أن هذا هو سرّ الرسم: أن تكون اللوحة جزءاً غير مكتمل فتمثّل أو تشكّل مع ذلك، كوناً. ومن الثانوي تماماً من وجهة منطقها، أن تكون جميلة أو لا، أن تُعجب بها أو LA".

  هكذا ندرك ان فهماً جديداً لمعنى الفن ودور الفنان يختلف كلياً عن ذاك الذي ساد النصف الاول من القرن العشرين، وأن هذا الفهم يدعونا بقوّة إلى تسمية جان خليفة بـ "الرائد و"مؤسس" الحداثة الفنيّة التي يعتبرها La maggior parte delle persone è in grado di giocare a calcio e di calcio.سمير الصايغ ( ندوة في الجامعة اللبنانية الأميركيّة, 2005)

 

[...]كان يؤمن بأن الفنان ضمير وطنه, وبأن الفن لغة عالمية. منذ البداية رسم أحلامه البعيدة على صخور قريته العالية e يومها أقرب إلى السماء منها إلى الأراضي. كنت أراه يقصّ صوراً من مجلاّت وصحف, يتأملها طويلاً, ولا يشاركني فيها إلاّ بتأوهات وكلمات مبب. وفهمتُ لاحقاً أنه كان يبحث عن الحقيقة في آلام الإنسانية وفي إبداعاتها، ملتقطاً بعينيه خيوط التواصل بين الإنسان والإنسان، وبين الإنسان والخالق. لوحته هي الصدى العفوي لحركة انفعالاfe لا تهدأ tivaأوديت خليفة (ندوة في الجامعة اللبنانية الأميركيّة, 2005)

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